Conosci te stesso [γνῶθι σαυτόν]
La sentenza è scritta nel frontone del tempio di Apollo a Delfi. È stata attribuita a uno dei sette sapienti: Talete, Chilone o Biante.
Altri riferimenti in: • Diogene Laerzio (I, 40) riferisce che Antistene la attribuì a Talete.
• Per Demetrio Falereo (Müllach, fr. 3) l'autore è Chilone.
• Citata anche in Pittaco Sentenze, 16.
• Socrate domanda a Eutidemo se l'ha vista nel tempio di Apollo a Delfi (Senofonte, Detti memorabili IV,2,24)
Nel Prometeo incatenato di Eschilo, con analoga sentenza Oceano consiglia Prometeo:
(GRC)
« ὁρῶ, Προμηθεῦ, καὶ παραινέσαι γέ σοι θέλω τὰ λῷστα, καίπερ ὄντι ποικίλῳ. γίγνωσκε σαυτὸν καὶ μεθάρμοσαι τρόπους νέους: νέος γὰρ καὶ τύραννος ἐν θεοῖς. εἰ δ᾽ ὧδε τραχεῖς καὶ τεθηγμένους λόγους ῥίψεις, τάχ᾽ ἄν σου καὶ μακρὰν ἀνωτέρω θακῶν κλύοι Ζεύς, ὥστε σοι τὸν νῦν ὄχλον παρόντα μόχθων παιδιὰν εἶναι δοκεῖν. » (IT)
« Vedo sì, Prometeo, e voglio anche darti il consiglio migliore, anche se tu sei già astuto. Devi sempre sapere chi sei (γίγνωσκε σαυτὸν) e adattarti alle regole nuove: perché nuovo è questo tiranno che domina tra gli dèi. Se scagli parole così tracotanti e taglienti, subito anche se il suo trono sta molto più in alto, Zeus le può sentire: e allora la mole di pene che ora subisci ti sembrerà un gioco da bambini. »
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