Sofisma, s.m. [gr. σόϕισμα- lat. Sophisma], ragionamento cavilloso. In filosofia ragionamento capzioso, in apparenza logico ma sostanzialmente fallace, caratteristico della scuola sofistica presocratica.
Argomentazione apparentemente valida ma non concludente perché contraria alle leggi stesse del ragionamento; o anche discorso che, pur partendo da premesse vere e rispettando le leggi dell’argomentazione, giunge a una conclusione inammissibile, assurda.
Prendendo spunto dal metodo dialettico di Zenone di Elea, nacque, intorno alla metà del V secolo ad Atene, una nuova corrente filosofica, che pose al centro della riflessione l’uomo e la morale nella vita associata e in politica. Gli esponenti di questa presunta corrente filosofica furono i sofisti, i quali s’interessarono di vari ambiti del sapere, giungendo spesso a conclusioni in antitesi fra loro.
Diventarono, nel corso del tempo, professionisti dell’insegnamento, trasferendosi da una città all’altra della Grecia, per diffondervi pubblicamente la loro σοφία dietro compenso.